Lettere descriventi il tragico e antico rapporto con il regime e i temi del video. Realtà che può accadere a chiunque basta solo pretendere giustizia.


LETTERA AL PRESIDENTE - 10/09/2003

10/09/2003 Egregio presidente della Repubblica italiana C. A. Ciampi. Mi chiamo Angelo Ursone e abito in via San Giovanni 11 Salassa (TO). Vivo con mia madre di ottant’un anni; le ho augurato di vivere oltre i cento sorridendo coscientemente alla vita: è una donna saggia, laboriosa, i cui frutti testimoniano la sua luminosità, entrambi vogliamo vivere in grazia di Dio. Purtroppo la mia attività la preoccupa, anche se lavoro nel campo artistico da trent’anni con l’intento di rivalutare radici culturali, religione, ambiente e intelligenza umana e su questi temi ho una montagna di lavori: un grande veliero di prodotti artistici che alcuni trovano interessante nell’indicare una vita serena e onesta per un benessere generazionale sulla Terra, cercando d’indicare in modo saggio il vivere nel territorio e con buon senso in società. Invece stato e religione in tutte le realtà a volte si comportano al contrario usando denaro pubblico per costruire il nulla con un popolo sempre più indifferente: la Terra è malata, un’umanità impazzita, per l’Italia si prospetta un deserto ambientale, culturale, sociale nel suo futuro. La foto sopra a destra ha come titolo: "Alchimia nel mutare la propria materia in oro in un'eterna beatitudine" Da tre anni continuo inutilmente a scrivere lettere descrivendo nei vari aspetti la mia situazione, in fondo non chiedendo altro che vivere onestamente distribuendo in modo tranquillo i miei lavori. Lo scorso inverno ero fuori di me per dalla rabbia non avendo trovato soluzione alle troppe ingiustizie che continuavo a subire ho rischiato di diventare un assassino eppure sia ai carabinieri di Cuorgnè che a lei per lettera descrissi in anticipo le azioni in cui stavo precipitando e sarebbe stato per legittima difesa volendo solo chiarire la propria immagine offuscata dai mass-media. Lettera che diedi anche a giornali di destra e sinistra, ma rattristato e spaventato che alcuni traessero piacere alla violenza che m’avvolgeva. Non ho intenzione di fare il martire o essere coinvolto in ruoli che non m’interessano. Ho sempre vissuto spiritualmente la non violenza, dalla società pretendo naturali diritti stabiliti dalla costituzione come un normale cittadino. Ma da troppi anni vivo teso, preoccupato da valide ragioni che mi terrorizzano e soffro di laceranti dolori causa psicosomatica. Non intendo rischiare la vita solo per avere avuto un’intuizione creativa nel tentare di fare del bene cercando di prevenire le tante tragedie accadute. Tutto ha un limite non avendo neanche l’intenzione di farmi venire un tumore per la tensione. Credo nella legge universale ove il bene vien dal bene e il mal dal male e desidero vivere sulle orme di mio padre in una vita laboriosa, serena e poi morir contento. Sono impulsivo, fantasioso e con tanta esperienza se dovessi dalle circostanze essere obbligato a vivere da guerriero sarei regista e attore della mia vita non accettando le oscure partiture che lo stato e religione da troppi anni con bassi comportamenti mi spingono a vivere, eppure sembrerebbe comodo e facile usare violenza... ...il prete o il sindaco, in fondo per quanto mi possano essere simpatici non hanno trovato in loro collaborazione i miei intenti. Sono molto spaventato poiché la vicenda è antica vivendo gli stessi problemi di quando ero ventenne. Dopo il primo anno di liceo artistico in Torino a diciotto anni effettuai la mia prima esposizione nel paese ove vivevo, tra i molti disegni che raccontavano di storie umane nella società, di religione, d’abbruttimento o di tragici canali delle droghe; un quadro ha stupito folgorando molta gente: un grosso disegno raffigurante la chiesa parrocchiale in un’oscura storia di terrore umano, repressione sessuale e martiri. Questo segnò drammaticamente la mia vita, infatti le persone vicine ai politici e al sacerdote martellavano mia madre definendomi un drogato, delinquente, terrorista. Il secondo anno di studi mi fu pesante continuarlo per cui non lo finii, iniziando a viaggiare per l’Europa e poi per il mondo continuando a disegnare e sognare. Al presente ho paura nel domandarmi se vivo in Europa. Ho i capelli bianchi non sono un’esile piantina ma un grosso e robusto tronco che però si potrebbe spezzare, trovo naturale difendermi. Ventidue anni fa subii un’ingiustizia, questo mi fece esplodere il cervello ed entrai in un’avventura ove usai il creativo nel tentare di risolvere tante ingiustizie incontrate lungo il cammino, comodamente trasportato da un fiume di spiriti tra cui padre Evaristo Madeddu morto nel ’66, fondatore della compagnia evaristiani del sacro cuore in provincia di Oristano. Conosco bene ciò che vivevo: nei primi anni ottanta ero all’inferno nel visibile e invisibile mi sarei perso nel male e per questo motivo da venti anni m’interesso della sua compagnia e profezia. La ricerca si concluse nell’ottantanove avendo vissuto come attore principale una cerimonia della ruota di medicina degli indiani Seneca in provincia di Gubbio, la quarta tappa dei dodici incontri intorno alla Terra. Nel novanta ritornai in Piemonte e per la seconda volta l’arte m’offriva molto denaro con ottimi rapporti sociali nei vari ambienti, tutto andava bene, bastava desiderare e accadeva. Meditai sui miei sbagli iniziati nell’84 obbligato dall’avventura a divenire un contadino filosofo e la tribù con cui vivevo non amava l’artista tradizionale. Non volendo sono ricaduto in modo peggiore nel medesimo errore volendo salvare dall’abbruttimento giovani che odiavano gli artisti. Tanti errori tra cui il dare troppe energie ai miei simili, regalando conoscenza, intuizione sempre pronto ad aiutare chi stava per perdersi, cadendo nell’illusione poiché di quando giovanissimo fuggii non ho più avuto un posto dove realizzare le mie capacità con tranquillità e sicurezza: tutto era momentaneo. Dieci anni fa la visione che m’accompagnò per molti anni s’impose con prepotenza per cui effettuai gli ultimi dipinti dei cento quadri che la raccontano e scrissi un testo che intitolai “favola d’amore in questo splendido presente” comportandomi come un paladino nel tentare d’evitare una lunga scia di morti, distruzione ambientale, culturale che vedevo all’orizzonte. Forse ho esagerato nello scrivere anche la seconda e terza parte aggiungendo al titolo “nonostante l’Italia e i paesi mediterranei si oscurino morendo”, ma non ho potuto trattenermi: il coinvolgimento ha radici profonde. I guai sono iniziati dal momento che mi sono interessato dell’ingiustizia subita da Edoardo Massari, persona molto buona e di Maria Soledad un’argentina dolce e sensibile entrambi suicidatosi e anche se nei loro confronti sono cadute le accuse per terrorismo religiosi e politici, istituzione preferiscono che ciò non sia evidenziato potendoli così usare come propulsori in battaglie infinite. L’inquisizione col pretesto di combattere gli ecoterroristi falciò tanta gente, molti giovani che volevano vivere coltivando biologicamente con amore, invece si sono create abilmente le solite mode rivoluzionarie ideologiche per la base popolare e i pochi tra politici e istituzione mantengono privilegi. Mi ero convinto che la nuova era fosse a beneficio popolare avendo la fortuna di vivere in un territorio favoloso ricco di culture, arte e prodotti agroalimentare, una realtà unica al mondo ed erano in tanti a voler costruire in modo onesto il proprio futuro sarebbe bastato usare i finanziamenti europei per tale scopo invece a parte poche eccezioni si è finanziato e dato spazio alle solite truffe nel malcostume della gestione del bene pubblico e per chi si scontra con passione ideologica e al presente svendono tutto. Se non sei affogato nel male o sguazzato nel sangue per i politici e religiosi non sei considerato tranne per i fedelissimi del regime multicolore politico. Ma quale destra o sinistra? Governa l’inquisizione con una maschera buona. L’intelligenza, creatività, volontà non servono per far carriera basta solo la sudditanza e l’omertà. Ho tentato di mantenere la memoria collettiva di ciò che è accaduto per un miglioramento popolare e sono stato danneggiato. I responsabili delle tragedie sono dei vincenti e quanti sono? Nei servizi sociali, giornalistici, forze dell’ordine, istituzione, politici, religiosi ecc. hanno fatto carriera da falsificando la realtà, il testo offusca la loro immagine e mi è chiaro il perché la favola e soprattutto le aggiunte degli avvenimenti accaduti a loro non piace. La gente s’adagia facilmente alla nuova realtà in fondo piove sempre sul bagnato economicamente e si cerca vantaggi personali, facilmente corruttibili, un popolo di pecore si è mutato in polli d’allevamento industriale se alzi la testa ti viene tagliata. E’ normale che abbia paura ma è indescrivibile, inimmaginabile raccontarlo. Nell’ultima lettera le ho descritto del mo ultimo tentativo espositivo, dopo aver vissuto un inverno all’inferno socialmente, in primavera fui ottimista di esporre in Torino e frequentai il vescovado cercando collaborazione e decisi per l’esposizione in via Po’. E’ stato molto allarmante trascorrere dieci giorni in città e con tanta pazienza girare a vuoto per uffici istituzionali per concludere con nulla e rimandato gentilmente al punto di partenza. Cosa sarebbe successo se avessi accettato la provocazione? Ma il regime per fermarmi m’avrebbe sparato? In quanto ai problemi di cui mi sono interessato vi sono associazioni, enti, religiosi, politici ecc. che sono pagati dai contribuenti per la loro tutela, io non posso proprio farci nulla. L’autunno infiammarmi d’iniziative nel voler comunicare e probabilmente mi verranno idee espositive: devo forse prepararmi come se andassi in guerra? 05/12/2003 Ero certo d’esistere poiché pensavo e con il creativo mi sentivo ricchissimo dato che l’uomo è ciò che ha fatto nella sua vita in pensieri e azioni. Vivevo in beatitudine e non mi interessavo più di tanto di chi m’ostacolava poiché Dio m’era accanto. Ma i politici e lo stato hanno offuscato la mia immagine, bruciandomi i rapporti, continuamente in guerra contro di me: per difendermi devo sgozzare qualche suo esponente? Poiché voglio vivere in società non ho intenzione di isolarmi dal mondo. Allego l’ultima richiesta espositiva pensata alla luna piena di settembre avendone parlato con il direttore della biblioteca d Rivarolo che mi aveva assicurato di non avere niente in programma per la piccola galleria da loro gestita. La richiesta la presentai al direttore in comune lasciandogli tre miei libri, mi fu assicurata l’esposizione prima di Natale per cui mi rivolsi anche all’assessore alla cultura che felice acconsentì. La settimana seguente il direttore mi disse che fino a gennaio non si faranno mostre, vado dall’assessore di centro che mi racconta che gli uffici di sinistra hanno in programma una loro mostra fotografica ma sorridendo risolve il problema proponendomi il castello Malgrà che è direttamente gestito da loro. La settimana seguente mi disse di aver parlato con l’architetto presidente dell’associazione che lo gestisce e in linea di massima va tutto bene, mentre invece il direttore mi rispose di avere nella sua cartella altre domande e in linea di principio sono gli uffici a prevalere, però è l’assessore a decidere, sorvolo sulle sue bugie per non agitarmi. Le settimane seguenti dall’allegro assessore ricevo la medesima risposta, con una data di inizio per il 15 novembre e un appuntamento dove non si fa trovare neanche per telefono. Lo incontro una sera in sala di consiglio in comune e mi dice con un sorriso trattenuto che il castello è inagibile non ha altri posti da offrirmi e della biblioteca non sa niente. Chi legge la favola e soprattutto l’aggiunta descrivente sette anni di bassi comportamenti da parte dell’istituzione può intuire che in questo modo mi si uccide. Ero fuori di me arrabbiatissimo contro i due funzionari pubblici che mi hanno distrutto e ucciso con la consapevolezza di non potermi più rialzare, ho avuto paura per il rischio d’esplodere in violenza poiché un giorno potrei svegliarmi mentalmente nero e con gravi problemi pratici da risolvere. E’ inimmaginabile il danno che subisco: è la prima volta che vivo la violenza, sono stato totalmente vampirizzato al male. Non avevo più tempo per cercare un altro spazio espositivo: è stata una premeditata mancanza di rispetto alla mia persona e professione, devo ucciderli? Andai dai carabinieri per denunciarli e al comandante inizio col dire d’essere nella scelta d’una vita onesta oppure scorrere nell’illegalità, (non oso scriverle le parole usate poiché mi sentivo totalmente rovinato, accecato dalla rabbia per essermi fidato di persone che mi conoscono dall’infanzia o da qualche decennio o che per rapporti incrociati avevano la certezza che i miei lavori interessano avendolo comprovato in varie occasioni, soprattutto in Rivarolo) vivo in un regime opprimente che sfacciatamente falsifica la realtà manipolando le idee, un regime ove rischio d’essere privato del diritto di vivere felice in famiglia, società e con la mia donna; solo con la violenza potrei illudermi di difendermi? Gli lasciai una copia dell’ultima lettera che gli ho spedito in primavera chiarendo che in questo caso il muro esterno e interno del comune diverrebbe il mio territorio di guerra usando pennelli e colori alla luce del sole. Mi sento rispondere che di querela non se ne parla che però incontrerà l’assessore cercando una soluzione. Ho urlato il mio dolore alla luna piena di novembre la violenza non fa parte di me per cui decido un digiuno alimentare illimitato, questa scelta calmò la mia anima a la violenza svanì. Ne parlai con mia madre chiedendo di farlo in casa tra i miei quadri lei ne discute in famiglia e mi riferiscono di farlo fuori dalla casa materna. Non ho ancora deciso dove farlo e lo stato mi prende anche in giro spedendomi i pagamenti INPS allego anche copia della prefazione della favola. Ieri l’ho vista in televisione e ho compreso l’inutilità di questa lettera poiché un figlio d’operaio non ha diritti e da come parla la realtà del paese forse la vede in televisione nelle telenovele e telefilm su polizia e carabinieri. Purtroppo invece in questi ultimi dieci anni la realtà umana è peggiorata come lo descrivono le analisi del paese estere o nazionali.

Cordialmente

Angelo Ursone



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