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Lettere descriventi il tragico e antico rapporto con il regime e i temi del video.
Realtà che può accadere a chiunque basta solo pretendere giustizia.
LETTERA LUTTUOSA
Lettera luttuosa - 02/2002
(Conclusione di una lettera data ai carabinieri di Cuorgnè nel 02/2002).
Continuo a domandarmi perché sono caduto in questo pasticcio a causa della mia troppa
fantasia ed ottimismo. Per non ammalarmi gravemente ed essere onesto con me stesso,
non devo più riconoscere lo stato dato che non ne ho fiducia? Io non credo d’aver
avuto gli stessi diritti e possibilità d’evolvere le mie capacità di un altro cittadino
europeo. Malgrado i danni subiti dalla mia persona e dall’attività artistica, io
sono felice e soddisfatto di ciò che la vita mi ha donato in questo breve passaggio
terreno. Sono in lutto per la morte della legalità e onestà causata dalla monarchia
politica e da funzionari pubblici chiaramente non sindacabili piccoli e grandi,
per l’agonia dello stato, dove feudatari impunemente distruggono tutto e tutti.
Mi sento martirizzato per il solo fatto d’aver tentato d’impedire tragedie che continuano
al presente e non potendo più reggere la situazione dato che lo stato mi ha stressato
ne denuncio la morte nel rapporto con esso. Sono in lutto per i tanti morti che
si potevano evitare e i tanti spinti all’illegalità e di conseguenza canalizzati
a delinquere; ancora al presente l’inquisizione falcia generazioni soffocandole
nel male e il nulla avanza nell’indifferenza finanziato con denaro pubblico. Sono
in lutto per la morte del museo etnografico d’Ivrea e per la scomparsa della memoria
popolare del lavoro di tante persone impegnate nella raccolta, restauro e catalogazione
del materiale sognando di voler tramandare ai posteri la storia d’oggetti testimoni
della laboriosità e intelligenza umana d’una cultura a cerchio in armonia con la
natura. Sono in lutto per la morte del lago di Meugliano di cui venti anni fa i
giornali descrivevano la situazione: è ormai morto al presente essendosi tappate
le tre sorgenti per deficienza istituzionale nel buttare all’interno aghi di aceri
e potature di pini, ma soprattutto il lutto perché la cecità va oltre poiché tagliano
tutt’ora alberi autoctoni di cui faticosamente alcuni sono sopravissuti sotto la
loro ombra: castagni, betulle, faggi, ciliegi, ecc. Qualsiasi persona ragionevole
può comprendere che la soluzione è, al contrario, nel tagliare gran parte di aceri
e pini e togliere la melma all’interno del lago stappando le sorgenti. Sono in lutto
per il silenzio e indifferenza di chi è responsabile a tutelare la vera ricchezza
che il paese possiede: ambiente, cultura e intelligenza umana.
Ringraziando dell’attenzione
cordialmente saluto
Angelo Ursone
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