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Lettere descriventi il tragico e antico rapporto con il regime e i temi del video.
Realtà che può accadere a chiunque basta solo pretendere giustizia.
LETTERA LACERAZIONE RADICALE
Egregio sindaco di Torino.
Mi chiamo Angelo Ursone e abitavo in Salassa (TO).
Allego fotografie di due multe ricevute in via Po di fronte alla chiesa S. Francesco
da Paola che non accetto poiché le considero ingiuste. Per il permesso espositivo
ho effettuato richiesta legale sottolineando la drammaticità che sto vivendo per
l’impedimento a lavorare e comunicare, dando anche il mio sito internet www.angeloursone.it
ove spiego le cause istituzionali, politiche, religiose della mia disgrazia. L’assessore
Alfieri ha negato il permesso della richiesta (prot. 2735/04) per occupazione del
suolo pubblico avente carattere culturale in Piazza Castello dove l’altro anno vi
erano stati i produttori di latte. Per continuare a vivere spiritualmente la non
violenza domenica sette novembre iniziai un digiuno senza pubblicizzarlo e il mercoledì
seguente aprii la mostra per quasi due settimane. L’avrei dovuta fare il maggio
di quasi due anni fa ma fui spaventato dal vescovado, prelati e dall’istituzione;
in questa occasione ne sono stato terrorizzato, ma ero obbligato ad agire. E anche
se la stagione non era adatta pensavo d’essere in regola avendo pagato il posteggio
dell’auto e poi non avevo venduto niente quindi era solo esposizione. Un gruppo
di vigili mi diedero due multe: una per occupazione del suolo pubblico e l’altra
per vendita abusiva, multe che possono moltiplicarsi a loro volta in espansione
senza limiti. Ho sopportato otto anni di persecuzione e bassi comportamenti di politici,
funzionari pubblici di cui avrei potuto liberarmi facilmente usando la violenza
contro uno dei tanti tra cui l’ex assessore di Rivarolo dato che ero fuori di me
a causa sua per essere stato calpestato moralmente e professionalmente sarei stato
legalmente impunito, non colpevole per la legge ma non di certo per la mia anima.
Però esprimendomi con la violenza avrei fatto felice il prete del paese dove vivevo
e i vari sindaci che si sono susseguiti dalla mia gioventù (istituzione a struttura
familiare, come succede in Torino ove tutto è solo per gli amici degli amici) e
che al presente festeggeranno questa mia nuova situazione in cui non ho più casa,
poiché per loro un figlio d’operaio “meridionale” artista può esistere solo al cimitero
o nella cronaca nera; eppure in televisione tutti parlano della famiglia e dei suoi
componenti da tutelare, dei diritti dell’individuo di realizzarsi nelle sue capacità,
della libertà e diversità. In questi ultimi dieci anni sono stati in molti ad avere
fatto carriera occultando la realtà delle cause di tanti morti e tragedie: affiorano
alla mente tante brave persone che con la loro diversità e sensibilità avrebbero
potuto arricchire il paese invece vampirizzati al male o a causa di una piccola
ingiustizia subita furono spinti nell’illegalità e a delinquere in percorsi obbligatori
riempiendo prigioni, cimiteri e le comunità di recupero che spesso sono gestite
da politicanti, religiosi e istituzione che fanno affari d’oro sul disagio umano,
sociale, famigliare che a volte è da loro orchestrato. La favola racconta alcune
di queste tragedie di vita; non esiste la politica di destra oppure a sinistra a
governare veramente è l’inquisizione con una maschera tanto buona. Mi pento d’aver
tagliato alla favola alcune pagine e frasi sulla politica e religione per evitare
scontri e dare spazio alle visioni luminose da realizzare; vi era la Sardegna, l’Italia
che si oscurava morendo. Per l’anomalia espositiva e per poter promuovere la favola
ho distribuito i libri allo stesso prezzo di quanto li abbia pagati io. E’ comprensibile
l’enorme difficoltà per un autore sconosciuto con un immagine falsificata dal regime
che lo ha isolato distribuire un proprio libro. Non ho diritti europei? La RAI è
venuta tre volte: per i senza tetto e le manifestazioni in corteo dei lavoratori
e degli studenti e io chiedevo loro “ma me non mi filmate?”. Mi rispondevano che
non ero in programma. La performance era stupefacente abbagliante con alti pali
che sorreggevano grandi lenzuola e stendardi con immagini e colori; di fronte alla
chiesa non era mai capitata un’esposizione uguale, anche se è stata rimpicciolita
per l’occasione. Molta gente l’ha trovata utile giovani e anziani mi ringraziavano
di cuore; per le foto dei quadri l’espressione era: bellissimi – unici e personali
– hai usato i colori del sogno e dell’amore ecc. Per il libro: è molto bello – utile
e coinvolgente – è ciò che mi serviva per capire meglio la vita – è ciò che intuivo
che fosse – mi è stato molto utile grazie ecc. L’esperienza ha ferito gravemente
il corpo fisico; spiritualmente e nelle situazioni di vita mi ha totalmente appiattito,
ma sono sereno e felice.
Angelo Ursone
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