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Lettere descriventi il tragico e antico rapporto con il regime e i temi del video.
Realtà che può accadere a chiunque basta solo pretendere giustizia.
MANOSCRITTO
MANOSCRITTO 12.9.2011
Mi chiamo Angelo Ursone, sono nato il 19.5.56 a Guardia Perticara in provincia di
Potenza, residente a Salassa (TO) ove ho trascorso l’infanzia. A diciotto anni effettuai
la mia prima esposizione nel paese ove vivevo; tra i molti disegni che raccontavano
di storie umane nella società, d'abbrutimento o di tragici canali delle droghe,
storie di terrore tra cui l’immaginario religioso in repressione sessuale e martiri.
La mostra segnò drammaticamente la mia vita, infatti le persone vicine ai politici
e al sacerdote (comunisti e democristiani) martellarono mia madre definendomi un
drogato, delinquente, terrorista. Iniziai a viaggiare per l’Europa e poi per il
mondo continuando a disegnare e sognare. Nel 1981 stanco di viaggiare cercai un
luogo ove fruttificare nell’arte, il sogno m’indicò una collina, attirato dall’amore
per una donna arrivai nel luogo apparentemente sconosciuto, la mattina riconobbi
la collina che avevo sognato pochi giorni prima, Begato Superiore sopra Genova.
Trovai casa e l’arredai, in quei giorni vivevo in paradiso. Dopo solo due mesi la
donna svanì, cominciai a vivere l’inferno sfogando la rabbia verso l’istituzione
tra cui l’accademia artistica. Trascorsi un anno molto burrascoso, che annotai minuziosamente,
sia i sogni che la spericolata realtà vissuta, attraverso scritti e disegni. Sogno
e realtà si sovrapponevano e fui obbligato a vivere un’avventura, in una ricerca
interiore. Con la non violenza mi dedicai totalmente all’arte e solo dopo tre anni
ebbi una buona occasione con l’esposizione permanente e un laboratorio sotto i portici
a Rivarolo (TO). Nel 1984 il viaggio in Sardegna incise il mio destino causa la
responsabilità nel tutelare il benessere spirituale della mamma coinvolta dal mio
urlo interiore nell’isola. Ritrovandomi con programmi totalmente cambiati: non potevo
più fare l’artista, ma il contadino filosofo con una tribù (il popolo elfico) che
ha trovato la sua realizzazione nell’attività agricola e nell’allevamento biologico.
L’esperienza sensitiva ed esoterica del passato la sperimentai fruttificandola nel
presente, per controbattere i pastori crudeli, i feroci cani e le demenziali pecore
sociali vampirizzati al male. Nel 1987 stampai un romanzo ma fui spaventato dalle
persone a cui avevo dato fiducia; dopo aver svolto una luminosa battaglia contro
i comunisti che volevano eliminare la mia tribù, pur frequentando tanti gruppi che
cercavano armonia con madre terra ero certo che per il popolo la nuova era fosse
un’illusione, non avevo più fiducia dei miei simili a causa del mio strano destino,
volli ritirarmi nel convento Evaristiano nell’isola. Arrivò un espresso del popolo
elfico annunciandomi che in quel momento erano i democristiani a volerci mandare
via. Con auto e cane partii constatando che era solo una bolla di sapone il pericolo.
Nel 1989 capitò che rappresentassi insieme a una donna come attori principali ed
artisti di tutto il mondo un teatro della medicina degli indiani Seneca, la quarta
tappa dei dodici incontri nell’emisfero terrestre svoltasi sulle colline a pochi
chilometri da Gubbio, il teatro della terra presentava voci della foresta Umbra
nel rispondere a tre domande: da dove proveniamo spiritualmente? Qual è il male
dei nostri tempi? Che cosa può ristabilire l’armonia? Purtroppo nel territorio elfico
l’incomprensione degli amici mi rese triste, soffrii profondamente, mi strappai
via, senza sapere quale direzione imboccare. Nei primi anni novanta misi una pietra
sopra ai sogni lasciandoli nel loro tempo avendo solo parole e immagini da distribuire,
soprattutto mi imposi di frenare la comunicazione della mia felicità spirituale
e terrena perché in maggioranza la gente o l’amico che t’illudi d’aiutare non stanno
bene. Nel 1994 la visione che m’accompagnò per molti anni si impose con prepotenza
per cui effettuai gli ultimi dipinti dei cento quadri che la raccontano e scrissi
un testo che intitolai “Favola d’amore in questo splendido presente” comportandomi
come un paladino nel tentare d’evitare una lunga scia di morti, distruzione ambientale
e culturale che vedevo all’orizzonte. Alla prima mostra della favola fui soddisfatto
artisticamente, la realtà che riscontrai con i miei simili l’avevo ben chiara: non
avevo in loro nessuna fiducia inoltre politici, religiosi, per niente interessati
a prevenire le tragedie umane, ambientali, culturali mi crearono danno alla mostra,
stupidamente non ho reagito come d’abitudine, il mio programma era d’andare nei
laghi lombardi invece un’invitante lettera del popolo elfico risvegliò le solite
illusioni. Per la seconda volta l’arte m’offriva molto denaro con ottimi rapporti
sociali nei vari ambienti, tutto andava bene, bastava desiderare e accadeva. Meditai
sui miei sbagli iniziati nel '84 obbligato dall’avventura a divenire un contadino
filosofo e la tribù con cui vivevo non amava l’artista tradizionale. Non volendo
sono ricaduto nel medesimo errore volendo salvare da morte e abbrutimento giovani
anarchici che non amavano gli artisti considerandoli borghesi ma vi erano tanti
amici in tutte le attività e io ero molto ottimista. Forse ho esagerato nello stampare
un racconto aggiungendo al titolo “Nonostante l’Italia e i paesi mediterranei si
oscurino morendo” descrivendo ciò che avveniva in Canavese ma non ho potuto trattenermi:
il coinvolgimento ha radici profonde. Il regime col pretesto di combattere gli ecoterroristi
falciò tanta gente, molti giovani che volevano vivere coltivando biologicamente
con amore, invece si sono create abilmente le solite mode rivoluzionarie ideologiche
per la base popolare e i pochi tra politici e istituzione continuavano con il malcostume:
truffando, rubando, cementificando, nel bene pubblico mantenendo privilegi. Molte
volte ho tentato di sgusciare via da quest’assurda avventura di follie editoriale
a mie spese, poi ci cascavo ugualmente come quando stampai l’ultima edizione della
favola dieci anni fa con l’intenzione di distribuirla in Sardegna ma non partii.
Alcuni anni prima avevo aggiunto alla favola un racconto descrivente l’avanzata
della destra e la distruzione del paese, pur essendoci un governo di sinistra fui
sbattuto tra muri di gomma. Tale governo iniziò a minare scuola, cultura, giustizia,
legalità, ambiente e regalare i tre canali TV a Berlusconi. Iniziò il nuovo teatrino
della Repubblica, ma chi è alla regia? Nell’alternanza di governo la destra completò
l’opera facendo esplodere il paese; ormai la guerra civile può essere una realtà.
La politica ha invaso tutti i campi distruggendo tutto, ha mancato il suo compito
rafforzandosi come casta di intoccabili con conflitto d’interesse che speculano
su tutto soprattutto sulle disgrazie. Non avendo nessuna visione del futuro ma tirando
a campare elargendo favori per serbatoi di voti. Fui spaventato dalla morte della
politica divenuta un’associazione a delinquere gestita da poteri occulti. Il corpo
segnalava da quattro anni il disagio con dolori, quando invece vivevo il creativo
e lo comunicavo il mio corpo stava bene per tale motivo avevo iniziato a dare personalmente
lettere che definivano la mia grave situazione al comune ove vivo, ai carabinieri,
l’istituzione, politici, intellettuali o spedite tra cui al presidente della Repubblica
ottenendo nulla. Mi sentii in trappola, l’unica soluzione era d’aprire una parentesi
di vita ancora come monaco guerriero chiamandomi “nessuno”, trovando inutile fare
il martire e stupido morire per un’idea, alla nuova edizione cancellai alcune frasi
alla favola, come pure al racconto e aggiunsi una terza parte. Per valide ragioni
non partii e iniziò l’incubo del dolore psicosomatico, ma anche se ne conoscevo
la causa e soluzione non ero più un uomo libero come prima. Per questo motivo mi
rivolsi all’istituto d’igiene mentale in Rivarolo (TO) pensando che fosse evidente
provare la causa del problema nell’impedimento per un artista di comunicare e con
chiare e lucide parole lo descrissi allo psicologo regalandogli la favola e denunce
effettuate. Al secondo incontro mi disse che il libro lo aveva trovato molto interessante,
piacevole e scorrevole, ma non trovai normale che mi paragonasse a Gesù nel voler
liberare gli uomini dalla schiavitù, lo guardai allarmato poiché tale follia non
mi è mai passata per la mente. Mi sentii offeso poiché egli aveva la certezza d’un
mio esaurimento nervoso oscurando la mia anima. È stata una follia rivolgersi a
chi è pagato per risolvere i problemi, purtroppo se si espongono si complicano divenendo
irrisolvibili. La conseguenza fu il muro di vetro in Rivarolo e Torino; lo considero
istigazione al suicidio o atti delinquenziali. Qualsiasi altro medico non di regime
si sarebbe allarmato avendogli confidato di vivere una follia cosciente con responsabilità
con il sogno e la necessità d’incontrare il mio destino e quello della mamma. Mi
sento utile nel sociale, per la mia sensibilità sia creativa che interiore: mi piace
manifestarla, incantare, cercando di portare le persone al bene e vivere soprattutto
io stesso nel bene e in grazia di Dio ma ho avuto paura avendo costatato di vivere
in un regime opprimente. Tutto il corpo esplodeva in dolori ogni volta che entravo
in casa materna, dovevo trovare una soluzione per non ammalarmi gravemente. Fui
obbligato a entrare in una trappola di stato come dentro a una tonnara siciliana.
Nel caso di Torino è stato demenziale tentare d’ottenere un permesso che chiunque
poteva ottenere trascorrendo un anno inutilmente tra uffici pubblici o spedendo
lettere: purtroppo allo stato piace lo scontro. Ero terrorizzato dall’istituzione,
politici e dai prelati soprattutto da un monsignore incontrato molte volte l’anno
precedente. Andai nel vescovado consultandolo il giorno precedente l’esposizione
cui ero obbligato a effettuare per causa famigliare. Egli sorridente e quasi compiaciuto
nel corridoio affollato mi disse: “Lei è l’artista che non trova uno spazio espositivo
e che ha fatto venire l’ictus al prete di Salassa che è tanto buono?”. Lo guardai
deluso, poiché mi considero un buon guerriero e come un saggio serpente non spreco
il mio veleno inutilmente, credendo nella legge universale ove il bene vien dal
bene e il mal dal male. Perché mi racconta simili allucinazioni? Egli vuole uno
scontro? O troncare il rapporto? Ma sorvolai parlandogli del problema del presente
tra cui i due preti della chiesa S. Francesco da Paola che ostacolavano la mostra
che avevo deciso d’effettuare di fronte a essa. Due preti: uno strano e discutibile
esorcista curatore a cui tentai di dirgli i motivi spirituali della mia tragedia
ma non volle ascoltarmi; all’altro gli fui di fronte quando aprì la chiesa e vide
la luminosa mostra, con gentilezza gli chiesi “Cosa ne pensa?” Osservò sbalordito,
poi timidamente disse “Sembra che voglia portarci via i fedeli” ma poi pavoneggiandosi
continuò “Tanto voi non avete radici come noi”. L’osservai con compassione poiché
stavo vivendo una disgrazia, ero in quel posto obbligato dalla realtà pratica, chiuso
in un cubo di vetro ove m’arrampicavo sulle pareti e disperato vi sbattevo la testa
sanguinante. Cosa dire dei due crudeli individui nel comune di Rivarolo: l’assessore
alla cultura e il direttore della biblioteca mi hanno premeditatamente ucciso. Parlai
al direttore della biblioteca del mio desiderio d’effettuare una mostra in città
assicurandomi di non avere niente in programma per la piccola galleria da loro gestita.
La richiesta la presentai al direttore e in Comune lasciandogli tre miei libri,
mi fu assicurata l’esposizione prima di Natale per cui mi rivolsi anche all’assessore
alla cultura che felice acconsentì. La settimana seguente mi disse il direttore
che fino a gennaio non si faranno mostre. Vado dall’assessore che mi racconta che
gli uffici di sinistra hanno in programma una loro mostra fotografica ma sorridendo
risolve il problema proponendomi il castello Malgrà che è direttamente gestito da
loro. La settimana seguente mi disse di aver parlato con l’architetto presidente
dell’associazione che lo gestisce e in linea di massima va tutto bene, mentre invece
il direttore mi rispose di avere nella sua cartella altre domande e in linea di
principio sono gli uffici a prevalere però è l’assessore a decidere, sorvolo sulle
sue bugie per non agitarmi. Le settimane seguenti dall’allegro assessore ricevo
la medesima risposta con una data d’inizio il 15 novembre e un appuntamento dove
non si fa trovare neanche per telefono. Lo incontro una sera con la luna piena in
sala di consiglio in comune e mi dice con un sorriso trattenuto che il castello
è inagibile, non ha altri posti da offrirmi e della biblioteca non sa niente. Ero
fuori di me arrabbiatissimo contro i due funzionari che mi hanno distrutto e ucciso
con la consapevolezza di non potermi più rialzare. È inimmaginabile il danno che
subii: fu la prima volta che vivevo la violenza, ero stato totalmente vampirizzato
al male. Andai dai carabinieri per denunciarli ma non fu possibile. Dopo qualche
mese nel comune di Rivarolo incrociai il direttore della biblioteca che sostenne
che nessuno voleva ostacolarmi, incontrai sindaco e altri assessori tutti molto
gentili nel ripetermi che si era trattato di un fraintendimento e al presente la
mostra sembrava assicurata, altri incontri, altre promesse e il tempo scorreva.
In seguito mi fu comunicato che la sala era occupata, il castello inagibile e fino
alla fine di maggio niente mostre con nessuna alternativa. Invece alcuni giorni
dopo effettuarono varie mostre. Come cittadino è stato inaccettabile simile trattamento.
Qualsiasi psicologo la definirebbe tortura psicologica nello spingere ad atti criminosi
e istigazione al suicidio chi è fulminato dal creativo e il non reagire ne decreta
la morte sociale, matematica per un diverso non violento di cui il regime ha falsificato
l’immagine isolandolo. Sono un sognatore e in quel momento mi sentii un deficiente.
Gli scaltri individui che mi crearono danno conoscono meglio di me la società e
gli uomini. Il primo è nel filone comunista, l’altro un giovane industriale democristiano
e sono appoggiati politicamente dalla destra, il centro e la sinistra con relative
associazioni politiche, culturali e religiose e molto benedetti dai prelati e come
in un pollaio se i vertici ti beccano anche gli altri si sentono in diritto di danneggiarti,
in fondo sono un perdente, scomodo, avendo solo fantasia; gli altri invece possono
elargire favori in ogni attività umana. Per la seconda volta in pochi mesi ho investito
tempo ed energia e sono stato preso in giro. È stata una premeditata tragedia e
dire che il problema avrei potuto risolverlo facilmente sfogando l’ira in un paese
ove se produci il male, terrore e violenza sei premiato e gratificato ove i più
scaltri, cattivi e ipocriti spadroneggiano con una maschera d’una bontà infinita.
Vissi poi un anno all’inferno e per due volte ho visto sorella morte in faccia,
fortunatamente fui miracolato. In uno nell’imbiancare il soffitto d’una tromba di
scale sono caduto da circa sette metri centrando i pochi centimetri. liberi del
pianerottolo rimanendo in piedi e la balaustra invece di spaccarmi le ossa accarezzò
la coscia è stato un chiaro miracolo; due incidenti con la macchina e di miracolo
ne accadde un altro ma per un attimo ho visto le mie carni stritolate tra le lamiere.
Per sette anni ho vissuto in un incubo, negli ultimi tre dalla morte della mamma
è stato pazzesco il dolore in casa materna, consapevole che ella agisse per amore
e io avevo la responsabilità nel tutelare il suo benessere interiore. Tanto dolore
inutile per essermi creato problemi inesistenti se fossi vissuto in una democrazia
europea dato che dal novecento in poi la conoscenza scientifica spiega abbastanza
bene le situazioni dell’essere entrambi abbiamo rischiato di scivolare in tragedia
come a tanti in Italia ove capita spesso che l’amore di madre possa uccidere il
figlio o viceversa ed entrambi si oscurano l’anima a causa dell’oscuramento culturale.
Tre anni fa nella trappola di stato mi trovai nella stanza della morte; il sogno
mi consigliò di non preoccuparmi e per due volte vidi una mano invisibile capovolgere
le situazioni e gli spiriti guida mi diedero una casa ove sognare con sicurezza.
I genitori erano morti beatamente invece la mia realtà era molto disastrata e a
causa dell’inutile tensione verso lo Stato, il Vaticano e l'assurdità famigliare
l’amore svanì. Mi preparai a essere un buon guerriero per andarmene in Sardegna
ma non partii. Non vivo in modo normale, da dieci anni raramente leggo libri oppure
disegno essendo solo concentrato a come uscire da questa trappola di stato. L’evoluzione
umana ha la sua storia e io posso farci ben poco, ciò che trovo prezioso è la propria
dignità umana in un’etica universale. Alcuni trovano interessanti i miei lavori
e non ho attrito con nessuno, sono in armonia con il tutto, amo persino i mostriciattoli.
Non posso accettare che a me sia stato impedito di mostrare chi sono in pensieri
e vita vissuta raccontata con parole e immagini ma dovrei sopportare che bassi individui
dello Stato e religione creino un immaginario della mia persona cui io non ho niente
a che fare; con queste condizioni è pericoloso, non è possibile accettare di vivere
in una società oscurata culturalmente. Il ricco e sempre più ricco e arrogante come
in Centro e Sud America e il povero sempre più povero con la certezza di non poter
cambiare le proprie condizioni in modo onesto. Diciassette anni fa tentai di comunicare
questo oscuro disegno proponendo alternative descrivendo ciò in una favola scritta
e disegnata ma sono stato impedito a distribuirla. Al presente con il pretesto della
crisi mondiale è divenuto una realtà con la manovra economica “lacrime e sangue”,
come al solito premia i disonesti e colpisce gli onesti. Non toccando privilegi,
sprechi, evasione fiscale, corruzione e clientelismo della politica e dell'istituzione
che vivono sopra nuvole dorate lontani dalla realtà prostituendosi al miglior offerente.
Un paese governato da briganti pagati tre volte di più di altre democrazie e con
tanti privilegi, ed essendo limitati necessitano di consulenze pagate a peso d'oro
(di solito amici degli amici o parenti) che speculano su tutto e tutto il Paese
si impoverisce. Il made in Italy è stato distrutto dalla speculazione e prostituzione
politica. Ho trascorso trent'anni rincorrendo illusioni ma non poteva accadere
diversamente. Sono in pace con la mia anima, con il creativo mi sono comportato
in modo onesto, giocandomi tutto per evitare le tragedie nel suonare campanelli
d’allarme in ogni ambiente: intellettuali, associazioni, istituzioni, rivoluzionari
e politici di tutti i colori e simboli, insistendo nel religioso e sono stato isolato.
Da tre anni ho aperto una parentesi di vita e il corpo riprese normalità ma in tutto
quel tempo i miei sensori non avendo trovato amore in terra ricominciarono a mettere
radici in aria scombussolandomi la realtà. Il cuore, la ragione e l'intuizione
pensano e attuano idee, con comportamento elegante e gentile ma a causa dell'inutile
tensione verso lo Stato e Chiesa si agita l'inconscio facendo emergere il monaco
guerriero, troppe storie anomale per occhi normali. Attingendo conoscenza nell'esperienza
poiché lo spirito non è situato nel cervello ma un corpo invisibile mosso dalla
stessa energia. L'arte è un espressione del proprio spirito e con esso molti
anni fa ho volato troppo in alto, in una follia cosciente, la mamma ha benedetto
la mia esperienza per averla istruita ventisette anni fa a vivere in armonia la
sua particolare e straordinaria esperienza spirituale che può coinvolgere solo chi
è umile e puro di cuore. Da sempre considerata una grazia che arricchisce l'anima,
invece si mutò in una disgrazia rischiando di concludersi in tragedia. Sono disgustato
dallo Stato avendo chiaramente espresso la causa e soluzione del mio disagio chiedendo
solo diritti della Costituzione a chi è pagato dai contribuenti per risolvere tali
problemi, dal Presidente all'ultimo burocrate il cui numero è aumentato enormemente
in diciassette anni. Dalla fede cristiana ho imparato l'amore, compassione e
il perdono ma in questo caso non mi è possibile perdonare, non ne sono all'altezza
anche se comprendo la storia sociale; la spiritualità terrestre si è oscurata. Dieci
anni fa nel mio immaginario avevo risolto tutti i miei problemi e sarebbe accaduto
come nel carnevale di Oristano ove il cavaliere effettua una purificazione interiore,
vive un rituale attraverso la maschera e la vestizione da parte delle donne e poi
avrei galoppato a spada tratta sopra un cavallo bianco infilzando con la punta affilata
un anello. Tutto questo per occhi normali non si sarebbe visto ma avrebbero sentito
l'onda, comunque non avrei voluto essere al posto di chi mi impediva la libera
comunicazione creativa. Tutto perfetto in teoria, nella realtà invece avrei rischiato
di morire per un'idea come un normale deficiente, non poteva essere diverso
dato che il dolore fisico e spirituale aveva raggiunto il massimo della sopportabilità
umana anche se ciò furono briciole in confronto alla pesante montagna che subii
dopo. Continuai a spedire lettere molto allarmanti denunciando la realtà che vivevo,
soprattutto al presidente C.A. Ciampi, ottenendo nulla. All’inizio dell’anno sul
mio sito internet ho inserito un video con l’idea d’effettuare incontri pubblici,
dibattiti liberi sui temi che lo raccontano; nulla, neanche nel comune ove vivo.
Eppure necessita un nuovo modello di sviluppo, la Terra è un corpo vivo e l'umanità
dalla preistoria ad oggi si è evoluta, la democrazia va difesa ogni giorno. Tutto
si ripete uguale come il crollo economico del 1929: il clericalismo e maschere politiche
uguali all’epoca fascista. Il Risorgimento italiano fu una luce culturale in Europa
ma i Savoia calpestarono tali valori tra cui la religiosità civile e l’emancipazione
della donna. Con il pretesto di combattere il brigantaggio fucilarono migliaia di
meridionali, radendo al suolo molti paesi trucidando cittadini inermi: anziani,
donne e bambini e realizzando campi di concentramento al nord, uccidendo migliaia
di cittadini che per questioni d’onore, ingiustizie, miseria, o non voler fare il
militare. Artisti e artigiani e intellettuali lavoravano insieme, fu una ribellione
popolare. Avvantaggiato dal secolarismo, con l'appoggio clericale Mussolini
completò l’oscuro disegno ma non riuscì a realizzarlo totalmente. Invece il regime
multicolore contemporaneo annullando la cultura popolare e usando metodi fascisti
tra cui il trasformismo, la prostituzione intellettuale in cultura e nell'informazione
hanno distrutto la religiosità civile, l'etica universale in un libero incontro
e confronto fra i vari ceti sociali in una condivisione di valori, progetti, bellezza
e benessere. Mentre nel Paese il malcostume politico, religioso e istituzionale
aumentava come pure il terrorismo, la criminalità, le ecomafie, cementificazione
senza limiti (tante sporche storie), però molti prelati politicizzati distolsero
l'attenzione su problemi di che non si ha potere di soluzione immediata come
quelli universali. Con frasi di alto valore morale ripetute quotidianamente tra
i mass media a cui alcuni politi e istituzione facevano eco con uguali parole ma
in realtà si costruiva la nuova repubblica sulle basi dell'odio, il ricatto,
con formula mafiosa e illegalità di Stato, il nulla. La terra si sta scuotendo,
al presente l'umanità deciderà se continuare l'evoluzione oppure ciecamente
distruggere l'ecosistema nel ritrovarsi nuovamente in un'indefinita preistoria,
nudo in natura. Esperti dicono che la civiltà umana scomparirà entro trecento anni,
in tutti i punti della Terra in questo presente l'umanità è in fermento, da
noi si continua a ripetere che tutto va bene, niente conflitto generazionale. Ai
giovani si è negato il futuro normalizzando la schiavitù lavorando gratis, sudditanza,
strisciare è la regola; intelligenza, capacità non servono. Politici e religiosi
si sono livellati discolpandosi da colpe del passato, presente, futuro, i problemi
del Paese sono solo ideologici, con la fede e speranza si risolve tutto. In quanto
a me pur apprezzando l'evoluzione scientifica tante volte mi sono curato in
modo naturale con le quattro alimentazioni: il cibo materiale, l'aria, l'acqua
e l'energia mentale ma soprattutto con l'energia delle piante equilibrandomi
spiritualmente constatando che il miracolo può essere semplice e naturale. Purtroppo
da troppi anni soffro d'autolesionismo inconscio e le malattie invadono il corpo
a causa della tensione verso lo Stato. Ho rincorso illusioni ma rifarei nuovamente
il percorso sul sentiero del cuore.
Salassa (TO), Lì 12.9.2011
URSONE ANGELO
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