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Lettere descriventi il tragico e antico rapporto con il regime e i temi del video.
Realtà che può accadere a chiunque basta solo pretendere giustizia.
LETTERA SCRITTA CON TANTA PAZIENZA - 2005
Mia madre tra le tante altre cose mi ripeteva spesso che il pesce grande mangia
il pesce piccolo, divenuto adulto dimostrai che tale ingiustizia in una democrazia
europea umanamente non era possibile. Quasi vent’anni fa stampai un romanzo dicendo
alla mamma che in due stagioni avrei materializzato una luminosa visione cristiana,
intenzionato a fermarmi in un convento accanto a S. Petronilla in Sardegna, essendoci
immobili e terreni che pensavo adatti a costruire luoghi ove equilibrarsi spiritualmente
tentando di fare svanire le malattie, tra cui i disturbi psicosomatici. Consapevole
che non è possibile fare comprendere la visione o dare agli altri una mia esperienza:
bisogna che il disegno universale scorra in modo naturale, come un acquarello che
prende forma da solo. Arrivò un espresso del popolo elfico in Toscana annunciandomi
che i democristiani raccoglievano firme per mandarci via; con l’auto carica di quadri,
libri e un grosso cane nero partii, costatando nel Pistoiese che tale pericolo era
solo una bolla di sapone; sono trascorse tante, troppe avventure da quella scelta.
Il diciassette ottobre aprii la pagina lettera potata ero al buio mentalmente. In
digiuno alimentare da tre giorni, nella notte partii come guerriero in cerca di
soluzioni ai miei problemi, consapevole della gravità d’essere illegale nel distribuire
i miei lavori, con l’obbligo probabilmente di scontrarmi con lo stato....... [...]
[...] ........... 1/4/2007. Quattordici anni fa mi fermai nel Canavese poiché necessitò
la mia presenza in famiglia indicando ai genitori come curarsi contro le avversità:
il cibo materiale, l’acqua, l’aria e quello mentale, rinvenendo l’emozione d’amore
e di equilibrio dentro di sé; purtroppo oggi mia madre è morta con l’anima sorridente
e in armonia a 84 anni. Sono sei anni che con validi motivi continuo a rimandare
il progetto d’aprire una parentesi di vita chiamandomi “nessuno” nel rapporto con
lo stato, solo per distribuire i miei lavori in parole e immagini. Anche se questo
naturale diritto mi fa paura poiché molti dello stato e istituzione simbolicamente
li paragono ai personaggi di Saroman e Vermilingue del libro “Il signore degli anelli”
e in questi ultimi dieci anni usando enormi quantità di denaro pubblico hanno forgiato
in società mostruosi umanoidi con sfacciata maschera angelica. 19/05/2007 Cara mamma,
oggi compio cinquantuno anni. Molte volte avrei voluto dirti che avevo paura, nel
mio immaginario vedevo l’anima umana come il fumo di un incenso in campo aperto,
libero di salire verso l’alto, impossibile obbligarlo in un determinato movimento
se non materializzando in società un oscuro regime. Ho sognato troppo in alto in
Valchiusella a Brosso ove è stato sepolto Edoardo Massari. In quel tragico giorno
mi si presentò il capogruppo politico dei verdi di Torino e provincia, Pasquale
Cavaliere, il cui curriculum testimoniava che era un buon guerriero e la carica
ottenuta è stata meritata in tante battaglie, per cui lanciai la freccia universale
di solidarietà alle tragedie. Purtroppo dopo più di un anno fu trovato impiccato
nel letto a castello della camera da letto di suo figlio a Buenos Aires e in Italia
i massa media sottolinearono che fu per il rimorso della morte di Edo in carcere.
Realtà impossibile da credere per chiunque l’abbia conosciuto, invece i motivi erano
da cercare nelle sue indagini sui desparesidos del paese, ma per i suoi colleghi
e intellettuali fu normale l’omertà e questo oscurantismo mi fece crollare le iniziative
da realizzare davanti all’università di Torino. Mi sentii un deficiente per aver
voluto sottolineare la luminosità di Edo, uno fuori dal gregge, mentre per un membro
della sala rossa, del comune e dello Stato, morto in circostanze chiaramente anomale,
nessuno ha messo in discussione la disgrazia, tranne la sua famiglia. E io come
un buon sognatore ho trasgredito alcune regole tra cui quella d’intimare a chi ha
calpestato l’amicizia di mantenere la giusta distanza emotiva. In questo breve passaggio
terreno mi scandalizzo di quanto tempo ed energia ho sprecato. E’ la vita, per ognuno
diversa, ma non ho nessuna intenzione di morire per un’idea. Cara mamma, ti ringrazio
di avermi insegnato ad essere onesto, rispettando madre terra e tutti gli esseri
viventi, i luoghi sacri e ad avere fede in un qualcosa oltre questo breve passaggio
terreno, comprendere che con le cose buone si costruisce e con le cattive si diventa
un mostro. Forse ho preso troppo alla lettera il nome che mi hai dato, trovando
meraviglioso volare e vivendo la vita come in una fiaba, ma da troppi anni mi sono
perso nella nebbia. Non è normale in una democrazia perdersi per un sogno d’amore
descritto artisticamente, tali realtà in altri paesi creano benessere, invece in
Italia per chi lo vive può essere una disgrazia e l’inferno sociale sia per il ricco
o povero è assicurato come la cronaca nera testimonia quotidianamente; cara mamma
sono in pace con madre terra
con amore
Angelo Ursone
Beatrice, poetessa pastora di pian degli Ontani 1885
Palazzo che non sia ben fondato
presto ne fa veder la sua rovina;
così l'infermo del male aggravato
che prendere non può la medicina.
Orto che non sia ben coltivato
erba buona non fa per la cucina;
questo dice il proverbio universale
che il bene vien dal bene e il mal dal male.
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